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Il saluto di Adolfo Gravagnuolo

Presidente del Rotary Club Salerno 2008/2009

 

Il saluto di Adolfo Gravagnuolo


Salerno è illuminata alle mie spalle, sono all’altezza dell’ex bar Varese, dove il lungomare devia verso la costa, su di un pezzo di terra che i vecchi salernitani, quando ero bambino, chiamavano “lo spuntone”.


Da questa posizione privilegiata vedo riflettersi le luci dei lampioni sul mare, sono con Francesco Paolo su di una panchina e stiamo parlando della luna che, splendente e circolare, illumina la nostra città in una calda serata di giugno mentre un vento dolce soffia sui nostri visi. È una visione bella e suggestiva; sono le 22.10 e all’improvviso suona il cellulare. È Rosalia, la nostra prossima Presidentessa, mi chiede un intervento sull’anno rotaryano da me presieduto per il primo numero del giornale…


Mi lascio andare con gli occhi sulla luccicante striscia di mare, mi rilasso e penso all’anno rotaryano che si sta concludendo.

Penso al percorso culturale, alle attività rotaryane e ai progetti di solidarietà realizzati e ho la sensazione che l’anno sia andato bene. Perché? In una società murata nel proprio ego e che non ritrova né coesione né unità di intenti, penso al Rotary che brilla come punto di riferimento per unità di intenti. Altrove, in associazioni culturali, circoli mondani o ricreativi si vive una disperata parabola discendente. Al Rotary, grazie alla ruota, che è un nostro “ portato creativo di grande intelligenza”, tutto gira e fa scivolare il club, tutto si rinnova ed è questa la formula vincente.

Esplodono nuove energie ma la struttura etica, morale, di solidarietà e di amicizia si tramanda nel tempo e oltre il tempo. Si disegnano, di volta in volta, nuovi scenari, dando la possibilità a tutti di esprimere idee e programmi nuovi. Penso all’anno trascorso, alla “notte di luna calante” su di uno scalone del centro storico, alla corsa di Dorando, ai ragazzi che si amano di Prevert, alla neve sul presepe e alla difesa dei simboli dei valori occidentali.

Penso che un esercito di ventimila ragazzi ora sanno chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Penso a Smart e Peace e penso che li porterò sempre nel cuore. Penso agli agricoltori etiopi che un giorno senza capire il perché, scoprirono che non siamo stati “brava gente” e li abbiamo gasati. Penso a Jan Palach e agli altri. Gli altri incendiarono il mondo pensando a se stessi, Palach incendiò se stesso pensando al mondo. Penso alla mensa di San Francesco. Penso agli Stati Uniti che ci hanno liberati dai nazisti ma libereranno se stessi solo quando faranno un Presidente indiano.

Penso all’Auschwitz recitata da Marino Cogliani e mi chiedo quando il vento si poserà. Penso alle terrazze della Baia, alla struggente musica morriconiana che ha fatto da colonna sonora per il sessantennale del nostro Rotary, ricco di poesia ma anche di storia piena di significati. Penso a Charlot e il monello, a Don Luigi Sturzo e al suo e nostro “popolarismo”, penso a Tommy “Jet” Smith e al suo podio che non ha rappresentato i valori di una finale olimpica ma i valori della vita. I tre atleti con il loro gesto hanno dimostrato al mondo, con 20 anni di anticipo, che esiste una sola razza, la razza umana. Penso al futuro dei ragazzi affetti da celiachia che potranno finalmente frequentare i ristoranti con gli amici. Penso ai Consiglieri uniti nel fare squadra che poi vuol dire fare Rotary. Continuo nella visione delle immagini sul filo della memoria e sono a Palermo…


Francesco Paolo mi scuote il braccio e mi chiede papà che pensi? Rispondo che penso alla luna che si allontana da noi dieci centimetri ogni anno e fra milioni di anni non la vedremo più. Chi proteggerà il nostro animo? Ci alziamo dalla panchina per tornare a casa, è tardi, devo scrivere quello che ora leggete e penso ancora alla luna che si allontana, poggio il braccio sulla piccola spalla di mio figlio e penso che questo è il nostro tempo, che dobbiamo essere felici, felici di vivere, felici di aiutare gli altri, felici di esprimerci nell’aiutare gli altri.

Un anno è passato, questo Consiglio si è espresso ma soprattutto è stato coeso dando un contributo totale all’immagine consiliare compiuta in se stessa, rappresentando all’esterno in maniera egregia le nostre tradizioni. Ora ci stringiamo tutti accanto a Rosalia, Presidentessa dalla spiccata personalità e al nuovo Consiglio, tramandando il Rotary e la sua essenza, nel tempo e oltre il tempo.