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Il discorso di Bill Gates all'Assemblea del Rotary International ...

 

 


...del 21 gennaio 2009 durante la quale ha annunciato una nuova sovvenzione sfida dalla Fondazione Bill & Melinda Gates per l'eradicazione della polio.


 

 

Grazie, John. E grazie a voi tutti per il caloroso benvenuto. Sono entusiasta del fatto che la Fondazione Gates si sia unita ai Rotariani nella battaglia contro la polio. Ecco perché oggi mi sono messo il cappello del Rotary. E mi sento onorato di avere l’opportunità di rivolgermi agli uomini e alle donne che hanno guidato il lavoro di oltre 33.000 Rotary club in tutto il mondo.

Vorrei cominciare parlandovi della zia di mia moglie Melinda, Myra. Andiamo a trovarla un paio di volte all’anno. Zia Myra ha lavorato per molti anni all’ufficio prenotazioni della Delta Airlines. E’ vissuta a New Orleans fino all’arrivo dell’uragano Katrina e poi si è trasferita a Dallas, la città di Melinda. La zia è felice di vedere i nostri figli. Quando ci riuniamo si siede per terra e gioca con loro. Zia Myra ha avuto la polio e porta le stampelle sin da quando era bambina.

[PAUSA]

I nostri figli sanno cos’è la polio solo per via della zia. Altrimenti, per loro la malattia sarebbe solo un fatto storico che si impara a scuola.

In effetti io stesso, sebbene sia nato solo tre anni dopo una delle peggiori epidemie di polio nella storia americana, non ho conosciuto nessuno con questa malattia.

Questo successo della medicina si è ripetuto per i bambini non solo negli Stati Uniti, ma anche in Bolivia e in Vietnam, in Croazia e in Marocco.

Negli ultimi vent’anni, grazie al vostro operato, la polio è diminuita del 99 percento. Nel 1988, 350.000 persone si sono ammalate di polio. Nel 2008, il numero è sceso a duemila casi circa.

Questa statistica fa parte degli enormi progressi nell’ambito della salute globale.

La mia statistica preferita nel campo della salute è questa: nel 1960 sono morti 20 milioni di bambini. Due anni fa, quel numero è sceso di 10 milioni. In poche parole, nell’arco della mia vita siamo riusciti a salvare oltre 10 milioni di bambini all’anno.

Questa è certamente la più grande impresa compiuta dall’umanità negli ultimi 50 anni. Ed è stata resa possibile da innovazioni a volte semplici, altre volte complesse. Dalle cuffiette fatte a mano per tenere caldi i neonati, ai vaccini più all’avanguardia, le innovazioni possono salvare vite umane.

Ma questo non accadrebbe senza lo straordinario lavoro di gruppi come il Rotary, che fa in modo che le innovazioni raggiungano chi ne ha bisogno.

Il Rotary ha raccolto 800 milioni di dollari per combattere la polio. E cosa altrettanto importante, ha fatto della lotta contro la polio la sua missione prioritaria. Insieme con l’OMS, l’UNICEF, i CDC e altri partner, ha contribuito a prevenire milioni di casi di polio. E ha salvato oltre un milione di vite. Senza il Rotary, il mondo non avrebbe visto una riduzione del 99 percento dei casi di polio.

La Fondazione Gates ha cominciato dieci anni fa a contribuire alla lotta contro la polio. Ted Turner aveva donato 25 milioni di dollari e mi aveva fatto notare che, dal momento che a suo parere io ero due volte più ricco di lui, avrei dovuto donare il doppio. Ted sa essere convincente e Melinda ed io abbiamo seguito il suo consiglio.

Noi ci consideriamo relativamente dei principianti in questo settore, con i nostri dieci anni di esperienza. Voi invece raccogliete fondi da molto più tempo. Avete immunizzato miliardi di bambini. Avete iniziato la lotta contro la polio e la porterete sino in fondo. Ecco perché nella nostra Fondazione c’è una certa emozione per questo nuovo partenariato. Con il coinvolgimento del Rotary, siamo fiduciosi di fare un grande investimento. E quando la battaglia sarà finita saremo qui a festeggiare con voi.

[PAUSA]

Avete sentito quello che ha detto Bob Scott. Conoscete i fatti. Per l’eradicazione della polio sono stati anni difficili, non lo si può negare. Ci siamo sentiti dire più di una volta che questo sarebbe stato l’anno in cui avremmo eradicato la polio. Ci emozioniamo al pensiero di poter dare la spinta finale e poi ci sentiamo dire che ci vorrà più tempo e più denaro. È una situazione difficile.

Cerchiamo di esser chiari: eradicare una malattia è un lavoro faticoso, lento e meticoloso. Non possiamo cerchiare un anno sul calendario e dire che fermeremo la polio entro questa o quella data. Se ragioniamo in questo modo siamo destinati a fallire. Se fissiamo una scadenza arbitraria, i progressi raggiunti finora non ci sembreranno tali poiché anche i risultati costanti sembrano insignificanti quando non si riesce a raggiungere una determinata scadenza.

Quando lavoravo alla Microsoft ho imparato una lezione importante sulla previsione del futuro. Spesso ci si aspetta troppo in un breve arco di tempo, ma non ci si aspetta abbastanza sul lungo termine. I cambiamenti non sempre accadono nei tempi previsti, ma possono essere più radicali di quanto ci si immagini.

Prendete i computer. Per anni, sono stati posseduti solo dalle maggiori aziende e dalle amministrazioni statali. Quando ero adolescente, abbiamo cominciato a renderci conto che potevamo mettere la tecnologia dei computer a portata di tutti. Ma non avrei mai potuto prevedere l’anno esatto in cui questo sarebbe accaduto. Non avrei potuto prevedere che prima che raggiungessi il mio cinquantesimo anno di età, decine di milioni di persone avrebbero posseduto dei computer portatili.

Lo stesso insegnamento può essere applicato alla lotta contro la polio. Chi dice che eradicheremo la polio domani sbaglia sull’immediato futuro. Ma chi dice che non la eradicheremo mai, sbaglia sul lungo termine.

Non sappiamo quando, ma sappiamo che eradicheremo la polio. Abbiamo la strategia e gli strumenti. E, a partire dai Rotariani presenti in questa stanza, abbiamo la volontà di farlo. Ecco perché sono qui oggi. Voglio dirvi che sono certo che il Rotary, insieme ai suoi partner, supererà gli ostacoli che si frappongono all’eradicazione della polio.

[PAUSA]

Sappiamo con esattezza quanti bambini hanno avuto la polio l’anno scorso: 1.618. Paragonato alla cifra di vent’anni fa, questo numero può sembrare molto basso; anzi, potrebbe indurre a pensare che si tratta di un passo in avanti. Ma non si può mantenere per sempre la polio al livello attuale. I miliardi di dollari, l’esercito di operatori sanitari, l’attenzione totale dei funzionari del governo — queste risorse non possono essere mantenute anno dopo anno.

Le cifre della polio lo dicono chiaramente: non possiamo mantenere un livello di mille o duemila casi all’anno. O eliminiamo questa malattia o ritorniamo al tempo in cui c’erano decine di migliaia di casi all’anno. Non ci sono alternative. Non possiamo lasciare morire i bambini perché è faticoso salvarli. Il nostro impegno, come Fondazione, è quello di lavorare con voi e con le altre organizzazioni partner fino a quando non ci saranno più bambini che muoiono a causa della polio.

Lo scorso novembre sono stato in India ed ho visto che cosa fa questa malattia terribile ai bambini.

Mi sono trovato nei quartieri popolari di Delhi con in braccio una bambina di nove mesi di nome Hashmin. Con me c’erano mio padre e le mie sorelle e stavamo parlando con la madre di Hashmin nel cortile della loro casa. Hashmin aveva un bel vestitino arancione. Lei naturalmente non capiva perché le stessero toccando la gamba e perché attorno a lei ci fossero tante persone con la faccia preoccupata. Questa bambina non potrà mai calciare un pallone, non potrà mai giocare a nascondino con i suoi amici, perché ha la polio.

Mentre tenevo Hashmin in braccio, pensavo: possiamo porre fine a tutto questo.

[PAUSA]

Ci sono tanti motivi per cui è così difficile eradicare la polio. Si devono vaccinare centinaia di milioni di bambini. E questa è già un’impresa ardua, a cui si aggiunge il fatto che molti di questi bambini migrano spesso insieme ai loro genitori in cerca di lavoro. Molti vivono in zone difficili da raggiungere, che richiedono ai volontari di scalare montagne, attraversare fiumi in piena durante la stagione dei monsoni o recarsi nei bassifondi più poveri del mondo.

Nel sud dell’Afghanistan non si riesce a vaccinare i bambini a causa della guerra. In alcune parti della Nigeria bisogna far vincere alla gente la paura, molto diffusa, che il vaccino sia dannoso.

Qualche volta l’elevato numero di bambini che devono essere vaccinati rende le cose molto difficili. Nello Stato indiano dell’ Uttar Pradesh ogni mese ci sono 500.000 nascituri. A meno che non si riesca a mettere a punto un programma quasi perfetto, sempre e ovunque, il virus riuscirà a sopravvivere.

E poi ci sono le difficoltà scientifiche. È molto difficile stabilire se un bambino ha contratto la polio. Molte altre malattie, come il vaiolo, sono facili da riconoscere. Ma per essere certi che si tratta di polio e non di qualche altra malattia simile, bisogna raccogliere dei campioni di feci e farli analizzare in laboratorio.

E poi ci sono posti in cui ci vogliono dosi multiple di vaccino per immunizzare un bambino. Quando ho cominciato ad interessarmi di polio non lo sapevo: pensavo che il numero standard di dosi che viene somministrato negli Stati Uniti fosse sufficiente. Ma in alcuni luoghi i bambini hanno bisogno di almeno di dieci dosi perché sono infettati da tanti altri virus e il vaccino non funziona come dovrebbe.

Superare tutti questi ostacoli richiede degli sforzi enormi. Ma ci siamo resi conto che i Paesi in cui la polio è endemica sono ansiosi di collaborare. Lo fanno perché sanno che ne vale la pena. Gli ultimi vent’anni di lavoro per l’eradicazione della polio lo hanno dimostrato.

Prendiamo per esempio l’India. In quel Paese le infrastrutture per la lotta alla polio sono deboli. Due volte l’anno l’India sponsorizza una giornata nazionale dell’immunizzazione. Una comincerà il mese prossimo. Oltre 2 milioni di persone, tra professionisti e volontari, saranno coinvolte nella campagna contro questa piaga. Verranno allestiti 800.000 centri di vaccinazione in tutto il Paese — nelle scuole, negli ospedali, nei centri ricreativi e in altri luoghi simili.

Successivamente verranno visitate circa 200 milioni di case, una ad una. 200 milioni. Per essere sicuri che non ci si dimentichi di nessuno, i vaccinatori si recheranno nelle stazioni ferroviarie e ai capolinea delle corriere e dei traghetti per immunizzare i bambini in partenza. Così nell’arco di pochi giorni, oltre 170 milioni di bambini in India verranno vaccinati contro la polio.

Ma anche questo non basta. Hashmin, la bambina di cui ho parlato prima, era stata immunizzata. Ma ha ugualmente contratto la polio perché viveva in una di quelle zone in cui i bambini hanno bisogno di ricevere più dosi di vaccino.

Ecco dove interviene l’innovazione. L’innovazione eliminerà la polio in quelle poche zone rimaste.

L’innovazione è diversa per ogni Paese. Ecco perché dev’essere adattata alle esigenze specifiche del luogo. L’innovazione non vale di per sé. Vale se rende migliore la vita della gente.

In Nigeria, l’innovazione contribuisce a migliorare i rapporti con i dirigenti del nord del Paese, essenziali per incrementare il tasso di immunizzazione, specialmente tra coloro che non sono mai stati vaccinati. In Pakistan si colorano le dita dei bambini che sono stati vaccinati.

Una delle grandi scoperte dell’ultimo decennio è il genotipo, che ci dice da dove provengono i casi individuali di polio. Possiamo analizzare le feci di un bambino paralitico dell’Angola per determinare che questo tipo particolare di virus è arrivato dall’India. È incredibile. Con la tecnologia si possono tracciare mappe che ci mostrano il percorso compiuto dalla polio nel mondo. Senza quest’innovazione, staremmo cercando disperatamente di capire da dove si diffonde la polio; grazie ad essa, possediamo una mappa accurata — e le informazioni necessarie a mirare i nostri sforzi.

[PAUSA]

Ci vuole certamente una volontà politica molto forte per realizzare campagne innovative — e per fare in modo che l’ultima sia più efficace di quella precedente. Ma i fatti dimostrano che questa volontà politica esiste. Volta dopo volta, i governi hanno fatto la cosa giusta quando si tratta di eradicare la polio.

A novembre ho incontrato i rappresentanti del Ministero della Salute in India e sono rimasto particolarmente colpito dalla loro dedizione a questa causa. Il mese prossimo mi recherò in Nigeria, dove incontrerò funzionari politici e religiosi, compreso il nuovo ministro della salute. Incontrerò anche i rappresentanti del Rotary del posto e mi recherò nel nord della Nigeria, dove la polio è molto diffusa, per poter constatare personalmente la situazione. Ci sono segni di progresso in alcuni degli stati più difficili della Nigeria, e non vedo l’ora di cominciare a collaborare con i dirigenti nigeriani per poter dare un maggior impeto a questa nostra missione.

Di certo, la volontà politica non viene soltanto dai governi. I Rotariani hanno sempre fornito la spinta necessaria alla campagna di eradicazione.

Ho partecipato ad un pranzo di beneficenza del Rotary a Delhi e sono rimasto sbalordito nel sentire la passione che i Rotariani hanno per questo lavoro. La signora Birla, organizzatrice dell’evento, si è impegnata a versare un altro milione alla campagna. Un partecipante ha donato 1,5 milioni di dollari in aggiunta alla somma che aveva già donato in precedenza. Un’altra persona ha donato i suoi primi 250.000 dollari. Grazie a un semplice pranzo, durato meno di due ore, si riuscirà a salvare tante vite.

Una cosa è certa: senza il Rotary il mondo non sarebbe al punto in cui si trova, e senza il Rotary non arriverà là dove deve arrivare.

Voi avete tantissimo da offrire.

Voi siete i volontari. I Rotariani nel mondo sono più di un milione e molti hanno già contribuito alle giornate dell’immunizzazione. Io stesso ho avuto il grande privilegio di amministrare una dose del vaccino ad un bambino. Molti di voi lo hanno già fatto. Immunizzare un bambino contro la polio è un gesto meraviglioso.

Tutti dovrebbero avere la possibilità di vedere di persona il grande lavoro del Rotary. I viaggi intrapresi dai Rotariani sono essenziali non solo perché i soci aiutano a immunizzare i bambini, ma anche perché — trovandosi sul luogo — possono vedere l’impatto del loro impegno.

Quando si lavora molto e con successo ci si ritrova con più energia di prima. Viene voglia di lavorare di più, in modo da poter ottenere successi ancora maggiori.

Voi siete anche i promotori. Quando i Rotariani parlano, la gente li ascolta. Così potete contribuire a promuovere la volontà politica. Se vivete in un Paese donatore potete fare pressione sul vostro governo per fare in modo che la polio diventi un priorità negli aiuti agli stati stranieri. Negli Stati Uniti e in Europa, i Rotariani sono stati uno strumento prezioso per finanziare la campagna contro la polio.

Se vivete in un Paese dove la polio è diffusa, potete collaborare con i funzionari del vostro governo per sostenere le campagne per la lotta alla polio. Ogni volta che ho partecipato ai convegni ad alto livello sulla polio, il Rotary era presente. Dovete rimanere presenti fin quando non ci sarà più bisogno di tenere tali convegni.

Dopo tutto, voi siete i donatori.

Centinaia di migliaia di Rotariani in tutto il mondo hanno contribuito a questa battaglia. Il denaro che voi donate serve a coprire i costi quotidiani dell’eradicazione.

Come sapete un anno fa abbiamo dato una sovvenzione di 100 milioni di dollari al Rotary per sostenere i vostri sforzi. Siamo fiduciosi che voi raggiungerete la Sfida da 100 milioni di dollari. Perché ora come mai dobbiamo continuare a lottare. Adesso abbiamo l’opportunità di eradicare una malattia per la seconda volta nella storia del mondo, dopo il vaiolo.

[PAUSA]

E infine, vorrei fare un annuncio: abbiamo deciso di raddoppiare il nostro impegno verso la polio e verso il Rotary. Doneremo una nuova sovvenzione di 255 milioni di dollari al Rotary, portando il nostro impegno alla cifra totale di 355 milioni. Questo vuol dire che non dovrete più affrontare una Sfida da 100 Milioni di dollari. Adesso dovrete affrontare una Sfida da 200 milioni di dollari.

La Fondazione Gates e il Rotary non sono soli. Vorrei anche annunciare che il governo tedesco e quello inglese si sono impegnati a donare una somma di 20 milioni di dollari per l’eradicazione della polio.

Pensate a quello che avete realizzato. Nel vostro impegno venticinquennale verso la polio avete raccolto oltre 600 milioni di dollari per finanziare una delle campagne più aggressive contro questa malattia mortale.

[PAUSA]

Nell’offrire questa nuova sovvenzione, chiediamo al Rotary di raccogliere a sua volta 200 milioni di dollari entro il 30 giugno 2013, perché sappiamo bene che l’eradicazione non si raggiunge dall’oggi al domani. Si tratta di una malattia che ha ucciso e reso invalidi tanti bambini sin dai tempi degli antichi Egizi e sappiamo bene che eradicarla è un grande obiettivo. Non sappiamo esattamente quando l’ultimo bambino ne verrà colpito.

Ma abbiamo i vaccini. Le nazioni hanno la volontà di mettere a disposizione tutti gli strumenti disponibili. Se tutti noi avremo la forza d’animo necessaria, allora riusciremo a eradicare insieme la polio.

Grazie.


[tratto da www.rotary.org ]